Leggo e penso…
..non era la famiglia del Mulino Bianco, era la famiglia dei silenzi gridati…in silenzio, a bocca chiusa che parlare spesso fa male al cuore. Fa’ già star male saper dentro se stessi che si sta male, sembra un gioco di parole ma spesso si capisce qualcosa ma non si ha la consapevolezza di quel qualcosa. E allora io penso…due bambini di 4 e 2 anni, un padre con i suoi pensieri celati dal silenzio…Non accuserei nessuno ma direi solo:” Questa famiglia, da 1 a 10, quanto dialogava? Quanta “interazione” c’era? Perché si fa il passo più lungo della gamba pretendendo da sé stessi l’extra invece del normale? I bambini non hanno colpa e forse la loro colpa è stata giocare tanto quella mattina al punto da perdere tempo al papà che aveva pensieri e ansia, al punto che la sua pazienza e il suo amore, di colpo, si sono trasformati in desiderio di silenzio totale. Non aveva più pensieri, quel papà, nulla…Silenzio totale. La continuazione di un silenzio che costruiva il suo nido dentro quella famiglia del Mulino…e poi la consapevolezza improvvisa di aver fatto un gesto insano, uccidere i suoi stessi figli in una frazione di secondi, lunghi secondi…meglio uccidersi e continuare il silenzio, nessuno mai avrebbe compreso e la sua fine sarebbe stata uguale anche vivo. Sarebbe stato un morto vivente perché uccidere un figlio che si ama, equivale a morire vivendo. E lui, sono certa, amava i suoi figli come amava la moglie e la figlia maggiore ma, spesso, il peso del silenzio equivale ad un macigno che schiaccia senza possibilità di scampo. E quando il silenzio è troppo grande, lo schiamazzo di un bambino può essere fatale…per tutti.
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